• Il fascismo e l'universo femminile

    Le radici e la chioma Donne, “madri della razza”, fattrici di futuri soldati, al centro dell’ideologia e del programma politico del fascismo. Donne che rispondono con il dissenso o con il consenso, entrambi fondati nell’interiorità, a partire dai bisogni, dall’aspirazione femminile all’autodeterminazione.
    Un rapporto, fra il fascismo e l’universo femminile, che viene analizzato e ricostruito attraverso il materiale documentario, dal punto di vista della storia di genere, contestualizzato nella storia nazionale e in quella locale, di Verona, dove le vicende emblematiche di tre donne confermano e integrano le tesi del saggio.
    Nella convergenza fra storia locale e storia di genere risulta una visione complessa, con aspetti poco noti e, per certi versi, imbarazzanti, come quello del consenso femminile al fascismo.

    „Mirella Leone, Il fascismo e l'universo femminile. Consenso e dissenso delle donne italiane. pp. 255, Quiedit editore, 2018“

    Quiedit editore

Locandina presentazione
L'universo femminile nell'epoca del fascismo

Mirella Leone

Mirella Leone

Presentazione del libro

Presentazione del libro "Il fascismo e l'universo femminile"

RECENSIONE LUISA SPENCER

Mirella Leone, Il fascismo e l’universo femminile. Consenso e dissenso delle donne italiane.

[...] Il fascismo e l’universo femminile, è una interessante indagine sull’impatto del regime fascista e della sua ideologia sulla vita e la coscienza delle donne italiane. Alcuni aspetti dello studio vanno sottolineati per la loro rilevanza dal punto di vista metodologico.
Leone segue un metodo rigoroso di reperimento e citazione di fonti e testimonianze; l’uso delle citazioni bibliografiche fa intravvedere l’ampiezza del compito che si è si assunta e sostiene la chiarezza del pensiero espresso.
[...]L’argomento trattato è suddiviso in tre sezioni:
  1. la donna nella ideologia e nella politica del fascismo,
  2. la donna come soggetto di consenso o di dissenso,
  3. donne e fascismo a Verona
Con questo testo Leone ci permette di arrivare ad una maggior consapevolezza sulla condizione delle donne di quel tempo svelando molti non detti storici. Colpisce ed emoziona il sottotitolo del III capitolo: Ringraziamo le donne degli anni ’30.
Questa riconoscenza permette il nostro legame di affetto con le donne di quel periodo, ci spiega quanta strada è stata fatta e quale direzione bisogna percorrere: il processo è ancora lungo anche se ora possiamo capire meglio come procedere. L’autrice ci aiuta a capire meglio anche le donne del presente che si legano a personaggi e situazioni offensivamente misogini: la contraddizione di donne palesemente diverse, ma tuttavia nostre compagne di percorso, che condividono con noi il desiderio di esistere in autonomia.
C’è un senso di riconoscenza verso Elisabetta Hochkofler e Maria Steccanella, c’è un nuovo punto di avvistamento sul consenso femminile al regime fascista di Maria Bonani Martinelli. Al di là dell’appartenenza ideologica, con questo libro si riesce a conoscere di più del mondo di queste donne, della loro vita quotidiana e delle loro aspirazioni alla realizzazione e all’autonomia, togliendole da quella zona grigia che è il risultato del velo di dimenticanza e disinteresse sul genere femminile.
Mirella Leone, con il suo studio, ha pure fatto sì che fosse superato l’imbarazzo della storiografia sul consenso femminile al fascismo.
La sua analisi della vicenda di Maria Bonani Martinelli, con il suo consenso e assoluta fedeltà al regime, è paradossalmente l’esempio molto chiaro del desiderio di libertà e di professionalità delle donne di quel tempo. Quella che risulta dallo studio di Leone è una donna coraggiosa, forte, generosa e soprattutto libera nelle scelte, perché libera dalle persecuzioni, avendo detto sì ad un regime misogino e svalutante della presenza femminile nella società durante il fascismo. Possiamo affermare che dicendo sì al regime ha acquisito la possibilità di dire no al modello di sottomissione e umiliazione del femminile?

Verona, 26/11/18

RECENSIONE HELEN SMITH ROSSI

Questo libro sul fascismo e l’universo femminile è molto interessante e di un livello alto, con un plot molto bene organizzato. Mirella Leone fa tante importanti citazioni di documenti autentici per supportare uno stile oggettivo. Se è tradotto in inglese può arrivare al piano internazionale della storia di genere. I miei complimenti!
Foto

prima parte
seconda parte

Il Paese Delle Donne
Da "il foglio de il paese delle donne"
N.2 - 18 novembre 2018

PREMIO DI SCRITTURA FEMMINILE

Segnalazione: Mirella Leone
Il Fascismo e l'Universo femminile, Consenso e dissenso delle donne italiane, Quiedt, Verona, 2017

La passione della ricerca sorica di genere sottende questa terza opera di storia di genere di Mirella Leone, dedicata alla "nonna Melina, imperterrita e silente".

Il propone "aspetti noti e poco noti e anche, per certi versi imbarazzanti, come quello del consenso femminile al fascismo. In una visione che tende a essere globale, risalta un sorprendente ritratto delle donne degli Anni Trenta le quali, al di là del proprio schieramento, destreggiandosi fra divieti e concessioni, non si conformano all'ideale femminile fascista, sovvertono alcuni piani del fascismo, mutando, inconsapevolmente, il senso della storia." (retrocopertina). Nell'Introduzione, l'Autrice indica come "prerequisito della ricerca, l'assunzione dí una prospettiva olistica, in cui collocare la donna del ventennio fascista, che comprenda il pubblico e il privato, la società civile e le istituzioni" e parla della "dimensione totalizzante, tale da coinvolgere tutto l'universo femminile" del rapporto Fascismo/donne.

Tra gli aspetti i meno noti, il rifiuto del Partito Nazionale Fascista (1921), d'istituire "quadri femminili" e l'espulsione delle proponenti, "dirigenti fondatrici, per la maggior parte colte e di classe altolocata" (pag. 84), fasciste della prima ora e tra i primi 200.000 tesserati.

Nel terzo capitolo, dedicato alle Veronesi, l'ampio e originale recupero documentario conta Maria Steccanella, antifascista di Sinistra, attiva in Italia e all'estero, perseguitata dall'Ovra ma "attenzionata", caduto il Regime, fino al 1997 (p. 187). Il paese natale, Cazzano di Tramigna (VR), le ha intitolate una strada e la Biblioteca.

Maria Paola Fiorensoli


Fonte: www.ilcondominionews.it

Pubblicazione del volume “Il fascismo e l’universo femminile. Consenso e dissenso delle donne italiane” di Mirella Leone… segnalazione a cura di Elisa Zoppei… – 45

Il fascismo e l’universo femminile. Consenso e dissenso delle donne italiane. pp. 255, Quiedit editore, 2017

Mirella Leone è stata ospitata nel nostro Sito nell’Angolo della Lettura con il suo primo romanzo Le radici e la chioma (ed. Bonaccorso), e quindi si rimanda alle note biografiche pubblicate in quell’occasione. Si aggiunge solo che negli ultimi vent’anni ha insegnato Filosofia e Storia nel Classico Liceo veronese Maffei e che nel suo Saggio “Da Studentessa a professoressa. Una donna dell’Ottocento alla conquista della professione” (Ed Bonaccorso), ha dato una importante testimonianza storico biografica sulla vita di Fiorina Salvoni, la prima donna diplomatasi al Maffei nell’ultimo ventennio dell’’800 conquistando il Primo premio “Il paese delle donne 2016 –saggistica”. La prof.ssa Leone continua ad occuparsi di filosofia classica e di storia, producendo relazioni e contributi vari, in Italia e all’estero.

Segnaliamo il suo ultimo lavoro
Risvolto di copertina

“Donne, “madri della razza”, fattrici di futuri soldati, al centro dell’ideologia e del programma politico del fascismo. Donne che rispondono con il dissenso o con il consenso, entrambi fondati nell’interiorità, a partire dai bisogni, dall’aspirazione femminile all’autodeterminazione.
Un rapporto, fra il fascismo e l’universo femminile, che viene analizzato e ricostruito attraverso il materiale documentario, dal punto di vista della storia di genere, contestualizzato nella storia nazionale e in quella locale, di Verona, dove le vicende emblematiche di tre donne confermano e integrano le tesi del saggio.
Nella convergenza fra storia locale e storia di genere risulta una visione complessa, con aspetti poco noti e, per certi versi, imbarazzanti, come quello del consenso femminile al fascismo. In una visione che tende ad essere globale risalta un sorprendente ritratto delle donne degli anni Trenta, le quali al di là del proprio schieramento, destreggiandosi fra divieti e concessioni , non si conformano all’ideale femminile fascista, sovvertono alcuni piani del fascismo, mutando inconsapevolmente il senso della storia.

Osservazioni
Da notare infatti che il vero braccio di ferro fra le donne italiane e Mussolini, fu che le donne, sia del dissenso che del consenso, non si conformarono al piano del Duce di essere le “fattrici di futuri soldati”.
Questo saggio, frutto di una ricerca oculatamente attenta e precisa, scritto in modo elegantemente ineccepibile, sobrio e stimolante è una ulteriore prova della nota perizia della prof.ssa Leone, nel saper dare alle donne il risalto che meritano, identificandole come autentiche eroine o vittime loro malgrado della storia del loro tempo.

Locandina presentazione
Maria Steccanella è stata professoressa, per cinquanta anni e, inoltre, scrittrice. poetessa, promotrice di cultura, amica di intellettuali, benefattrice. Il periodo che va dal 1935 al 1943 che abbiamo conosciuto attraverso i documenti della questura, conservati nell'Archivio di Stato, è quello più travagliato ed è quello che dimostra che Maria Steccanella è protagonista di una pagina di storia importatile e, perciò, deve rimanere nella Memoria collettiva, non solo del suo paese, Cazzano di Tramigna, ma di Italia.

Come abbiamo constatato, è stata una delle vittime dell'accanimento del regime fascista. Ha dovuto fronteggiare, più volte in un lungo periodo, la macchina di un sistema poliziesco inesorabile. Maria ha difeso i suoi diritti, i suoi valori, che non sono solo suoi, ma sono quelli universali, innanzitutto il rispetto della persona.
Ricordiamo che ha fatto tutto ciò nella situazione di donna e, per di più, di donna sola, senza alcuno che la aiutasse. Da sola ha difeso la libertà di decidere la propria vita: di studiare, di lavorare, di viaggiare, di incontrare gli amici e, soprattutto, la libertà di pensiero che la portava a non essere conformista, a non adeguarsi alle direttive, ai modelli imposti dal fascismo. Difendendo i suoi diritti ha difeso i diritti di tutti e, in particolare, delle donne.
Perciò, Maria Steccanella ha dato un contributo notevole a quel patrimonio spirituale senza il quale non sarebbe stata possibile la ricostruzione dell'Italia, che non poteva avvenire sul vuoto, ma su un humus, un sostrato già formato e alimentato nel periodo precedente, quello della dittatura, da. persone le quali, come lei, hanno pagato con la loro grande sofferenza, alcune anche con la vita.

GRAZIE, MARIA!
Mirella Leone
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