Mirella Leone racconta come è nato il libro di memorie familiari in una lettera del 2013 alla professoressa Elisa Zoppei
Carissima Professoressa, non parlo volentieri di me stessa[...] Potrei raccontarLe come è nato il libro “Le radici e la chioma”.
Mentre ero concentrata su un serio problema di salute, mi martellavano le parole di Virgilio: “Antiquam exquirite matrem”. Dicevo a me stessa che di fronte ad un baratro, quando non sappiamo dove stiamo andando, non c’è che voltarsi indietro; quando non sappiamo chi siamo, non c’è che cercare da dove veniamo. Ho cominciato a scrivere nella consapevolezza di consegnare a mia figlia il mio, il suo DNA spirituale. Ed è risultato un libro di memoria e di storia, in un rapporto problematico fra soggettivo e oggettivo. Tutto è storia, siamo nella storia, siamo storia, ma ciò drammaticamente contrasta con l’irriducibilità e originalità misteriosa della nostra vita spirituale individuale. Grazie. Affettuosamente
Mirella
MIRELLA LEONE, LA SCOPERTA DI UNA GRANDE NARRATRICE
...pieno di eroi e di macchiette, di paesaggi acquerellati e pastellati, nel segno e col gusto di una scrittura maiuscola, dalla "punteggiatura" millimetrata, abile e amabile, pronta appunto per essere inquadrata dalla macchina da presa, seguita nei suoi movimenti, tutta giustificata nei suoi tanti dettagli, mossa dall'amore per il racconto. Eccola la cifra stilistica: un imponente affresco familiare e storico, che nel suo incedere si fa cinematografico, così pure nel suo alternare con equilibrio l'intimismo della vita privata con la grandiosità della ricostruzione dei momenti storici più importanti e drammatici dell'arco di tempo narrato. Mirella Leone è scrittrice vera, con un notevole senso dell'immagine, e sa "produrre" spettacolo letterarario prorpiamente visivo. E' lei stessa regista del suo racconto, avendo la capacità di ricostruire quadri familiari realistici, in grado di arrivare al cuore del lettore con scorci piccoli o slabbrati, sempre densi di verità, pregni di sentimento autentico, quello che viene generato prima di tutto dall'amore. Amore anche e forse prima di tutto verso la scrittura. Che scrittrice, che "memorie di famiglia"!
[Claudio Capitini, giornalista RadioVerona]
PAROLA DI DONNA
LE RADICI E LA CHIOMA di Mirella Leone è un volume di storia, dato che gli scrittori di narrativa, siano essi romanzi, biografie o saghe familiari, ci consentono di capire di un'epoca molte più cose che non leggendo importanti saggi di analisi storico-politica. Certo, le storie familiari servono innanzitutto a chi le scrive, più che a chi le legge. La stessa autrice, infatti, non nasconde il senso di benessere che ne ha ricevuto, come per aver 'saldato un debito', dice. Eppure, trattasi di qualcosa di raro e prezioso, per i lettori di tutte le età e ancor più per i giovani, cui si offre in queste pagine un pezzo di storia patria, un patrimonio meraviglioso di conoscenza, e di affetti. Innanzitutto, l'autrice, degna erede di una famiglia illustre, ci trasferisce l'alto valore della memoria; non è possibile affrontare il futuro se non affondando la conoscenza nelle proprie radici. La scrittrice ce ne dà una prova eccellente, presentando con efficace distacco partecipato, vicende, scelte individuali e comportamenti che via via stanno scomparendo, incluso il senso della famiglia e la visione critica dell'appartenenza. Ma la sua è parola di donna, che della famiglia, si sa, detiene le chiavi del cuore.
[Anna Pacifico, filosofa]
UN PUNTO DI VISTA PSICANALITICO
...“Il rapporto fra essenza ontologica e temporalità storica è, come sempre, problematico e dinamico”, sta scritto in premessa, qui è sostenuto da un lavoro paziente di ricostruzione storica che porta alla verità ritrovata.
[...] Per ereditare davvero quello che i padri ci hanno lasciato è necessario, servirsene per poterne fare a meno, è necessario uno spazio di riconquista soggettiva che elabori il debito simbolico di cui siamo eredi : è precisamente ciò che esprime questo scritto che è una provocazione al piacere di pensare e a fare collegamenti e riferimenti con il sapere, dato il florilegio di segni che rimandano ad altri segni di bellezza e di saggezza, che eccitano a vivere, cioè a ricominciare.
Concludo citandone solo uno, anzi due: “Il gattopardo”, dove l’ultimo titano della storia del cinema descrive lo stesso ambiente con lo stesso stile coreografico, storico, paesaggistico e di penetrazione psicologica dei personaggi; e “Medea”, dove Euripide per la nutrice ci ricorda che “E’ un fatto che grande salvezza si genera quando la donna non dissente con l’uomo”.
Non si puo’ che convenirne e i frutti di questo albero sono li’ a testimoniarlo per la salvezza della proposizione che si percepisce dal rapporto di un uomo con una donna che apre e chiude il libro, che non è tanto quella della coppia, cioè del “particulare” ma dell’uomo e della donna in generale e cioè dell’universo stesso.
[Idalgo Carrara, Psicanalista e scrittore]
UN LAVORO EMOZIONANTE
[Beppe Domenichini, specialista della comunicazione]
MIRELLA LEONE NELLO SPECCHIO DEL SUO PASSATO
Ha raccontato una storia vera, vissuta, ma condotta con somma discrezione ed estraneità, rendendo le azioni dei personaggi così realistiche che si ha la sensazione di averle conosciute.
[Aureliana Randone, Professoressa di pianoforte nei Conservatori]